Il Viaggio Dicembre 2015

 

 

Mappa 

 

 
 

Itinerario di viaggio

 
Giorno 1  - 8 Dicembre: dalle ore 22:30 In viaggio verso Argentya (partenza dalla Frozen)
Giorno 2  - 9 Dicembre: dalle ore 18:00 Sosta al palazzo muschiato
Giorno 3  - 10 Dicembre: (ore 10-16 carrozza) dalle ore 16:00 Sosta alla Taverna di Crook
Giorno 4  - 11 Dicembre :(ore 10-15 carrozza) dalle ore 15:00 Sosta accampamento di Fest
Giorno 5  - 12 Dicembre: (ore 8-12 carrozza) dalle ore 12:00 Porto di Ndur
Giorno 6  - 13 Dicembre: ore 22:30 Partenza sul Brujah Express
Giorno 7  - 14 Dicembre: Viaggio sul Brujah Express
Giorno 8  - 15 Dicembre: ore 22:30 Partenza sulla Lady Blood Brujah
Giorno 9  - 16 Dicembre: Viaggio sulla Lady Blood Brujah
Giorno 10 - 17 Dicembre: ore 22:30 arrivo all'isola Nomoweh
Giorno 11 - 18 Dicembre: ore 10-16 Viaggio in nave verso Tellington - ore 16 arrivo a Tellington
Giorno 12 - 19 Dicembre: ...viaggio in nave...
Giorno 13 - 20 Dicembre: ...viaggio in nave...
Giorno 14 - 21 Dicembre:  ore 22:30 Sosta al Palazzo dei Velenosi (Venom' s Clan)
Giorno 15 - 22 Dicembre:  ore 22:30 arrivo all' Untouchables Club (Impero di Sylvania)
Giorno 16 - 23 Dicembre:  ore 11 arrivo allo Chalet Brujah.
 
 

La Storia

 
Uno scricchiolio improvviso seguito da un assordante frastuono rese nota la burrascosa caduta di un candelabro nel palazzo.
L'imperatore Pegas seduto alla scrivania del suo studio si apprestava a concludere una lettera indirizzata al proprietario terriero Il Conte Sigfrid Von Durdhen, le cui terre confinavano con quelle di famiglia, e con il quale urgeva un incontro per visionare assieme un mulino a vento andato distrutto durante una tempesta, posizionato sul confine, ed utilizzato in comunione da entrambe la famiglie da secoli.
Il fastidioso rumore distolse il sovrano dai suoi compiti serali. Alzò lo sguardo con moderata compostezza, ripose la penna sullo scrittoio e si alzò per raggiungere sua moglie.
L'imperatrice si trovava in soggiorno, in piedi al centro del grande tappeto, compiva piccoli e nervosi passi avanti e indietro, senza  distogliere lo sguardo dal candelabro finito a terra miseramente.
"Mia cara cosa succede? Da quando usiamo i candelabri in casa...?" chiese l'imperatore Pegas.
La chioma purpurea e fluente di sua moglie vibrò, ed ella gli rivolse il suo sguardo... tenero, amorevole.
"Lo stavo spostando...un presagio..." sussurrò abbozzando un timidissimo sorriso.
Per qualche istante ogni spazio visivo della donna era stato invaso da macchie luminescenti e variopinte, accompagnate da un dolce suono melodioso simile alla melodia di un flauto di pan. Ma subito dopo una nube scura aveva ingoiato avidamente  quei colori e zittito in modo barbaro quel delicato e gradevole suono.
Ed il candelabro si era ritorvato a volare, sfuggito alle mani della sua padrona.

 Pegas conosceva molto bene le doti della moglie, e non sottovalutò nemmeno per un istante l'accaduto.
"Evaristo, fai chiamare subito la divinatrice" ordinò rapido al maggiordomo.
Un'ora più tardi gli imperatori e la divinatrice di corte ViolaGolden si consultavano in gran segreto nella biblioteca.
E dopo molto tempo...degno delle più note e lunghe attese, come sempre accade, giunse il verdetto.
 
 
La pesante porta di legno della biblioteca si spalancò e apparve l'imperatore.
"Radunate tutta la famiglia, si parte tra due giorni. Il mulino dovrà attendere."
 
E fu chiamato a rientrare a palazzo il capitano Shjzuo, impegnato a presidiare e controllare gli addestramenti presso la fortezza, a sud, ed il Duca cancelliere TheMatchlex, fratello dell'imperatrice, che in quel momento si trovava presso il Palazzo Muschiato di Argentya, terre di famiglia.
Tutti furono messi al corrente di ciò che stava accadendo, e tutti furono pronti a partire in poche ore.
L'alba di un nuovo giorno si apprestava... il sorgere di un possibile nuovo destino, forse miracoloso, forse letale.
 
E giunse rapido e furtivo come un falco nella notte il momento della partenza. Tutto era stato preparato con cura per affrontare il viaggio dalla famiglia. Ed erano stato mantenuti segreti il motivo, la meta...la destinazione; solo la divinatrice era al corrente assieme con gli imperatori di ciò che stava realmente accadendo, ma la sua fedeltà assoluta all'impero ne faceva una confidente della massima fiducia.
 
Lo scalpitìo degli zoccoli dei cavalli reali si mescolavaa con sapienza alla caduta silente dell'abbondante neve di inizio dicembre. La natura pareva assentire al viaggio... con occhi benevoli e rasserenanti. Mentre il convoglio reale lasciava il palazzo tra i ghiacchi, la Frozen, e si apprestava a raggiungere la foresta elfica di Argentya, luogo di provenienza dell'imperatrice, e dominio mistico di famiglia, il capitano Shjzuo, in presidio alla Fortezza aveva fatto sapere tramite missiva che li avrebbe raggiunti proprio lì, presso il magico Palazzo Muschiato, mentre il fratello della sovrana, il Duca TheMatchlex non era potuto rientrare in tempi utili alla partenza, impegnato in trattative con un reame di nani delle terre a sud ovest.
E cosi, la famiglia nella sua forma più essenziale, posava il primo passo di questo viaggio, fermo e silente, mentre gli elfi argentyani si preparavano con fermento all'arrivo dei sovrani, previsto per il giorno seguente.
 
Il secondo giorno di viaggio il profumo caldo dei cibi della foresta, ed il tepore dei camini accolsero la famiglia con straordinaria ospitalità. Gli imperatori e la baronessa stanchi giunsero tra le braccia di Argentya in perfetta puntualità sulla tabella di marcia.
Il tempo di ristorarsi presso gli agi del Palazzo Muschiato e furono sorpresi da un'inaspetatta visita. L'imperatrice DARKofSYVANIA, del regno di Sylvania, giunse alle  elfiche porte del castello.
Si professò di passaggio... ma il dubbio che la notizia di quel viaggio si stesse spargendo colse gli imperatori. In tutti i casi non poteva nuocere la presenza di una cara amica di famiglia, forse intenzionata ad unirsi a quel misterioso viaggio.
Era quasi ora di cena, ed erano tutti intenti in una piacevole e rilassata conversazione in salotto, quando il fragore di un tuono irruppe tra le mura del palazzo. L'imperatore PEGAS93 trasalì... le terre di Argentya erano troppo protette perchè qualcosa.. o qualcuno vi accedesse con siffatta semplicità. Cosa diavolo poteva essere dunque?
L'imperatrice e la baronessa si scambiarono uno sguardo di preoccupazione, senza proferire parole.
E fu allora che una luce sconfinata apparve dal soffitto, espandendosi perr tutta la sala, e divenendo via via accecante. Non fu semplice per i Brujah e per la sovrana di Sylvania, data la loro  natura vampirica, resistere a tal bagliore.. ma in effetti...era una luce innocua, a mala pena tiepida, assai diversa da quella solare. Il manto luminoso riempì la sala e si squarciò al centro, facendo largo alla discesa di due eleganti e maestose figure. Erano le divinità Zeus ed Era in persona.
- Che mi venga un colpo...divino Zeus, voi qui? - esclamò l'imperatore Pegas.
- Un certo frastuono d'agire ha catturato la nostra attenzione, vecchio mio. - rispose Zeus.
- Così siete alla ricerca...di ciò che non esiste. - aggiunse.
- Esiste. E che io sia dannato in eterno se non toccherà di nuovo il mio palmo, dovesse volerci l'eternità. - ribattè l'imperatore.
- Esiste...cosa? - chiese sorpresa l'imperatrice Dark.
Allora Zeus le spiegò - Il figlio di caino ... è certo di recuperare una  prova tangibile dell'antica alleanza col sottoscritto. Ma non vuole rassegnarsi all'idea che sta solo perdendo il suo  tempo.
- Cosa è il tempo... nella vita di chi come noi è immortale? - chiese limperatore.
- Perdonate divino Zeus.. ma il sigillo esiste, io lo vidi. - proferì l'imperatrice Viola. - E la nostra divinatrice ne ha confermata la presenza, individuandone la collocazione. Stiamo andando lì. Spero non vorrete dubitare delle nostre  capacità...
Zeus attese un momento prima di rispondere, scambiando uno sguardo di intesa con sua moglie Era.
- Il mondo dei mortali non ci interessa granchè... ma visto l'ardire con cui seguite questo cammino, veglieremo su di voi. Incarneremo una provvisoria forma mortale per potervi accompagnare, e se davvero questo sigillo esiste, e verrà  ritrovato, avrete il favore dei fulmini  del padre degli Dei... in eterno.
- E sia. - concluse Pegas.. - Benvenuti nella nostra dimora.
Per il resto della serata il palazzo si riempì di un senso di amichevole familiarità. Davanti ad un piatto di bollente zuppa di ceci, preprarata con cura dalla governante di famiglia Gertrude e dagli elfi argentyani, andava formandosi quella cosi improbabile compagnia di viaggiatori....avvolta nel mistero più assoluto.
L'indomani mattina sarebbero partiti tutti verso sud ovest, alla volta del porto di Ndur.
Solo i Brujah conoscevano la meta esatta di quel viaggio, ma nonostante questo...nessuno osava chiedere quale fosse.
 
L'indomani mattina riprese il viaggio dei nostri avventurieri: il convoglio in carrozze proseguìdalla foresta di Argentya verso ovest, diretti alla Taverna di Crook, dove in serata avrebbero potuto ristorarsi.
Durante il percorso procedevano serenamente tutte le famiglie, quando giunse a loro un messaggero Brujah a cavallo. Una missiva informava la famiglia reale di un improvviso attacco alla Fortezza, presidiata dal capitano Shjzuo, da parte di orchi selvaggi. I soldati si dichiaravano in attesa di ordini mentre difendevano il bastione di famiglia, ma l'imperatore decise di raggiungerli in soccorso, lasciando proseguire il convoglio verso Crook senza di lui, piuttosto confortato dalla presenza degli Dei Zeus ed Era, che in caso di necessità avrebbero protetto la sua sposa e la sua famiglia.
E di li apoco.. un'altra sorpresa...
L'imperatrice Viola, avvolta nei suoi pensieri, lievemente inquieta, come le succedeva sempre quando era costretta a separarsi dal marito, fu raggiunta all'interno della sua carrozza, all'ora dell'imbrunire, da un insolito messaggero.
Senza il minimo rumore e leggera come una foglia la creaturina si posò sul bracciolo accanto a lady Viola fissandola coi suoi grandi occhioni per farsi notare...e in una zampetta stringeva un rotolino di carta ch ad un tratto sembrò porgerle.
 
" Un felice inizio viaggio alla mejio coppia di regnanti...spero sarete miei ospiti quando passerete accanto al castello dei velenosi:) Lino (il pipistrello viaggiatore) vi consegnerà il prossimo messaggio su dove e quando avranno luogo i nostri incontri,,,felicidaddddddd firmato Mirida".
 
L'imperatrice Miridarkblonde del casato Venom, evidentemente giunta a conoscenza del viaggio, offriva il suo sostegno, da buona amica di famiglia. Conosceva ormai l'imperatrice Viola da anni, ed annoverava tra le sue amicizie anche il divino Zeus... quindi non poteva che essere favorevole al buon esito di quella missione.
 
Le famiglie raggiunsero con lieve ritardo, ma indenni, la Taverna di Crook, e passarono li la notte.
Si sentiva forte l'assenza dell'imperatore Pegas, impegnato ad annientare gli orchi ad est. Il cuore inquieto dell'imperatrice Viola fu mitigato dalla presenza della sua divinatrice, che la rassicurava costantemente, e dai suoi compagni di viaggio, amici sinceri e fedeli. Godettero tutti degli agi della taverna, dopo le molte ore passate in carrozza, e recuperarono le forze per il giorno seguente.
 
Il mattino dopo di nuovo il convoglio di carrozze in viaggio si faceva testimone del tempo che scorreva...dei giorni che passavano. 
I momenti di viaggio si mostravano ricchi di silenzio, riflessione.. e pensieri, ma anche di buona e piacevole conversazione. La baronessa Divinatrice si mostrava assai incuriosita dai racconti incredibili del divino Zeus, che intratteneva volentieri tutti, ricordando le sue molte avventure....
E fu lungo la strada per il lago di Fest, nel tardo pomeriggio del quarto giorno di viaggio, che l'imperatore Pegas giunse a cavallo di  ritorno dalla battaglia con gli orchi, esausto, e si ricongiunse alla sua famiglia. La sera presso l'accampamento si discusse sul da farsi una volta arrivati al Porto di Ndur, il giorno seguente. Un cavallo ferito da sostituire, alcuni generi da viaggio da acquistare e ovviamente il riposo quotidiano, prima di proseguire verso sud. E fu proprio a Ndur che l'acquisto di alcuni strumenti di navigazione da parte dell'imperatore Pegas, incuriosì i viaggiatori...
"Dovremo imbarcarci?" chiese impaziente l'imperatrice Dark.
"Non ancora cara... non ancora...." fu la risposta sibillina e sorridente dell'imperatrice Viola.
 
Furono ore di leggerezza quelle trascorse a Ndur.. tra il febbricitante mercato del porto e l'Osteria. L'acquisto di molta miscellania da viaggio, un po' di viveri e bevande, distrasse tutti piacevolmente per l'intero pomeriggio. E al calar della notte indugiarono ancora... in festeggiamenti per la buona riuscita del viaggio fino a lì. L'imperatrice Dark tratteneva la sua curiosità in merito alla destinazione a stento, e si ritrovò a dover gestire da lontano qualche impiccio burocratico del suo reame. Il suo guardiano LUXofSYLVANIA l'aveva raggiunta con documenti da controllare...e qualche bega urgente da risolvere; ed ella aveva passato la serata nel suo alloggio ad adempiere ai suoi doveri di sovrana. Un messaggero avrebbe portato direttive e documenti indietro al suo castello, nelle desolate distese della tundra siberiana, visto che il guardiano Lux si sarebbe trattenuto con la compagnia per vegliare sulla sua imperatrice in viaggio.
Le divinità Era e Zeus trascorrevano il loro tempo incarnato con una certa giocosità... non sembravano prendere troppo sul serio le preoccupazioni  terrene, cosi  com' è nella loro natura. Ma ugualmente si stavano in qualche modo appassionando a quella spedizione e al suo obiettivo. L'idea di fingere di non ricordare il patto di alleanza col casato Brujah, per non avere grane coi mortali (o circa), si stava indebolendo nella loro mente.... vedere quella famiglia cosi decisa a portare a termine il suo piano, cosi dèdita al proprio reame, vedere l'imperatore Pegas dividersi tra un difficile viaggio e la difesa delle sue terre.... e la moglie, l'imperatrice Viola, sostenere con coraggio l'impresa del marito senza mai vacillare nel dubbio... la fedeltà dei loro membri, la costanza ed intrepidità dei loro amici e alleati ...tutto questo gli stava facendo cambiare idea su tutta la questione.
 
Ma i presagi oscuri della baronessa stavano per avverarsi... qualcosa non andava per il verso giusto.
E fu il sesto giorno di viaggio, a bordo del treno Brujah Express, sul quale la famiglia si era imbarcata presso Ndur, che si palesò l'imprevisto. Una nube scura avvolse il treno, che sfrecciava a tutta velocità verso sud nella notte, ed un assordante rombo disturbò la serenità di tutti. Il treno vacillò in modo brusco... e tutti allertarono i propri sensi. L'imperatore Pegas sguainò la sua spada e sua moglie si pose al suo fianco in guardia. La baronessa scattò in piedi alzandosi dalla poltrona su cui era intenta a leggere un libro di alchimia antica, un rapido sguardo alla pietra azzurra....e pose la mani a sfera, una di fronte all'altra, nell'intento di invocare un incantesimo di protezione. L'imperatrice Dark d'istinto mostrò i lunghi canini affilati ed un bagliore vermiglio le dipinse intensamente lo sguardo.... mentre il guardiano Lux le si poneva davanti a protezione del suo corpo. Gli Dei Era e Zeus alzarono lo sguardo verso il soffitto con una certa consapevolezza di ciò che stava accadendo.
Corsero tutti fuori...alla carrozza aperta, in fondo al treno, al grido di incitazione dell'imperaotre Pegas. E li fu chiaro cosa stava accadendo... Un'altra divinità era scesa a far visita alla compagnia...questa volta meno amichevole. Era Ade.
 
Un groviglio di carni e metallo nerastre e scarlatte si intrecciava con sapienza a formare il volto del signore degli inferi...sospeso nei cieli sovrastanti il mezzo. Ed un enorme braccio si prolungò verso il treno, terrorizzando i suoi passeggeri attontiti e bloccando sopra uno sciame di scintille ferrose le carrozze.... per tutto il coragggio del mondo...come si poteva combattere una  tale forza? Un tale nemico? Questo riecheggiava nella mente di tutti...
 
-Da quando te la fai con gli umani... fratello? - Tuonò roca e terrificante la voce di Ade.
- Vattene Ade, ti è negato essere qui. - rispose con fermezza Zeus.
- Rincorri ancora i figli mezzo sangue che hai generato da bravo fedifrago quale sei? - incalzò il Dio della morte.
- Per l'ultima volta...vattene fratello dannato! Questo non è posto per te...- Zeus gli scagliò contro una manciata di fulmini che distolsero seppur in modo momentaneo, la presa di Ade. Il treno ricadde pesantemente sulle rotaie, sbandando... ma senza deragliare.
E di nuovo la forrma diabolica andava riammassandosi, pronta a sferrare un nuovo e potente attacco.
- Zeus torna sull'Olimpo... loro sono miei! - gridò minaccioso.
Fu allora che il padre degli Dei comprese che i suoi terreni amici non avrebbero potuto avere scampo, e cosi decise di intervenire, avvolse Ade dentro ad un immenso fascio di luce e lo trascinò in alto nel buio del cielo....fino a scomparire entrambi.
Era si illuminò riacquistando la sua originaria forma divina e proferì poche ed incisive parole, prima di raggiungere il marito.
- Non fermatevi...andate e prendete il sigillo. - E svanì.
 
Il silenzio piombò gelido nelle vite di tutti loro, dentro a quell'inquietudine, quel terrore che si sopiva lasciando spazio al pallore di ciò che restava. Dopo essersi assicurati che il pericolo fosse ormai lontano, si rinchiusero nelle loro cabine, proteggendosi a vicenda, tentando molto faticosamente un improbabile riposo.
 
E dopo due giorni approdarono al porto di Swanor, territorio Brujah, e molto rapidamente salirono a bordo della Lady Blood, antico galeone di famiglia, alla volta dell'isola di Nomoweh. Fu un viaggio guaritore... calmo, lento, distante dalle terre infuocate di sangue, un viaggio che li portò a confronto con le loro solitudini ed incertezze. Ormai mancava poco, e l'imperatore Pegas si era confidato con i suoi compagni di viaggio, una sera davanti ad un magnifico brandy d'annata, nel salone sottocoperta. Presso l'isola di Nomoweh si trovava il sigillo di Zeus. E andava trovato ad ogni costo. Era indispensabie l'aiuto di tutti per trovarlo.
Il terrore provato per l'inaspettata comparsa di Ade li aveva uniti più che mai, in quel viaggio cosi faticoso e lento, fatto di lunghe attese e ore di viaggio. Per fortuna lo spirito gioviale di tutti andò a riprendersi col passare delle ore e dei giorni.
All'alba del decimo giorno... lo sguardo impavido del guardiano Lux, rimasto vigile per proteggere i passeggeri a bordo, si rinfranse contro una strisciolina di terra chiarissima all'orizzonte.
-Ecco Nomoweh... - alitò nella gelida aria del mattino.
 
Dopo un paio d'ore lo sbarco...E fu uno sbarco grave, buio..pesante... le genti di Nomoweh sembravano sotto l'effetto di una sorta di incantesimo, o maledizione. I volti pallidi, lo sguardo assente, le voci basse non si prestavano favorevolmente ad un caloroso benvenuto. I nostri viaggiatori scesero dalla Lady Blood stanchi... e ancora una volta costretti a restar guardinghi. Si fecero largo lentamente, assieme con le loro guardie, tra la folla, verso la locanda dell'isola.
 
 
 
 
 
 

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FORUM - Il Viaggio Dicembre 2015

Nostalgia

..avevo scritto questi pensieri, durante gli ultimi giorni di viaggio. Oggi , per nostalgia, son tornata a rileggere i miei appunti ed ho riprovato a fissarli qui...Non sono spariti , come l'ultima volta. Ma sono pensieri già volati via, dietro non so cosa...Continuerò a tornare qui...e a scrivere. Scriverò di gioia e di dolore, di tristezza, di nostalgia. Perchè qui, dentro questo Viaggio, si è perso il mio cuore...

Pensieri

ULTIMI GIORNI DI VIAGGIO..curiosamente, avevo lasciato, qui, pensieri che sono scomparsi come per magia. Una sorta di velenosa alchimia li ha tolti, cancellando parole che potevano rivelarsi una mappa, una provvidenziale indicazione verso il Cammino che ci sta portando alla fine di questo Viaggio.
Anche l'Anello Azzurro, tace. Un silenzio di cui non so interpretare il senso. Talora le delusione che ci coglie per aver mal interpretato gli eventi, le persone, fa di questi malevoli scherzi. E cala il silenzio in quelli che sono i moti dell'Anima.
Mi fa male dentro un pensiero che è rimasto, dispettoso e arrogante, nella sua presenza. Non calare mai le difese. Mai. Nemmeno quando si fanno dolci i passi dentro te, e tu ti culli dentro questo calore come fosse l'unica cosa che ti fa sentire viva...
Sono stati giorni intensi di emozioni e di pensieri. E siamo quasi alla fine. Non so cosa ci porterà, dopo, questo viaggio dentro noi stessi, dentro la nostra coraggiosa paura. Ma so comunque che ci avrà fatto crescere. Nessun uomo nasce senza che la paura lo accompagni per tutto il corso della sua esistenza. Nemmeno l'eroe
Troppi pensano che l'eroe sia colui che da questa paura non venga mai sfiorato. Non è vero. L' eroe è colui che sa affrontare la paura, non chi la nega. Si ha sempre paura, nella vita. Da quando si nasce, a quando si muore, lei cresce con noi. E noi cresciamo, con lei, quando impariamo ad affrontarla come dei guerrieri....
O come degli eroi...

Traversata sulla Lady Blood

Siamo a bordo della Lady Blood, salpati dal porto di Swanor nella tarda serata di ieri. Lo sbarco avverrà fra qualche ora. E' stato un viaggio tranquillo. Il mare si è dimostrato clemente con noi viaggiatori, dandoci la possibilità di trascorrere ore liete e senza scossoni. Abbiamo cenato quasi subito dopo l'imbarco, nella vasta sala da pranzo della nave, conversando piacevolmente, come se si fosse trattato di una normalissima crociera.
La calma e serena atmosfera è sfociata poi in allegria, quando gli Imperatori hanno organizzato un insolito karaoke e ciascuno di noi si è esibito, alternandosi al microfono. Il salone da pranzo era adibito anche a salone da ballo, con strumenti da orchestra e microfoni per cantare, ed un'ampia pista, dove poi ci siamo scatenati nelle danze. Insomma, è stato montato in quattro e quattr'otto uno spettacolo vero e proprio.
Il calore di quei momenti, l'ilarità, le risate, mi hanno accompagnata fino ad ora. Sono rannicchiata nella poltrona della mia cabina, occhi chiusi e il brontolio sordo del mare che sembra quasi un tacito rimprovero alla “dimenticanza” momentanea di queste ore. Io sono qui per uno scopo ben preciso e tutto intorno a me sembra venire a ricordarmelo ogni volta che “sbando” da quelle che sono le priorità di questo viaggio..
Sussulto...un tonfo nel corridoio, un guizzo della lampada ad olio..
Lo scatto agile che mi fa sobbalzare e drizzare velocemente con tutti i fasci dei miei nervi in allarme, mi riporta in un baleno alla reale motivazione per la quale mi trovo ora, qui, a bordo di questo galeone. Resto in attesa di un segno, di un rumore, di un richiamo. Nulla. Forse soltanto la mano incauta di qualche membro della servitù a bordo, al quale sbadatamente qualcosa è sfuggito...
Prendo fra le dita una ciocca dei miei capelli, la attorciglio intorno ad esse. Un gesto infantile che utilizzo spesso, involontariamente, e che accompagna il mio stare sospesa talvolta, sul filo delle sensazioni che mi pervadono..preoccupazione..timore..incertezza.
Mi mordo il labbro inferiore, imbarazzata come se qualcuno mi avesse colta in flagrante a farlo. Mia madre usa riprendermi ancora, quando talora mi capita di farlo, anche se bambina non lo sono più.
Sorrido soddisfatta, come davvero una bimba farebbe quando riesce a farla franca. Adesso ho sonno, voglio solo dormire. Mi creo un alibi, rammentando le ultime parole di Rossella O'Hara in “Via col Vento” …..”Dopotutto domani è un altro giorno”, Baronessa Brujah... Ora rido, il ricciolo ricade sulle spalle. Sì, domani è un altro giorno.

Verso il porto di Swanor

.. Lenti passi, nel corridoio, hanno accompagnato il silenzio della notte che avanza, qui, sul treno che ci conduce a sud, verso il porto di Swanor. Mentre mi spazzolo i capelli, quasi cercando di ravviare con essi anche il turbine dei miei pensieri, raccolgo nel cavo della mano ogni sfumatura di questa giornata. Comincio a sentirmi strana. Conosco questa sensazione, ormai. Fa parte di me, viene a cercarmi, in punta di piedi ogni qualvolta la mia anima perde una parte di se stessa per ricomporsi in qualcosa di nuovo. Come il caleidoscopio che un giorno, ancora bambina, mi portarono da un viaggio i miei genitori. Non riuscivo a capire come quei pezzi di luce potessero disfarsi e ricomporsi magicamente, solo girando una piccola ruota.Molto più tardi, avrei capito quanto possiamo assomigliare a questi vetri colorati che formano disegni, per poi perdersi e ritrovarsi come per una strana alchimia. .. Non ha trovato soccorso la mia voglia di lasciare dietro le spalle le ombre. Furtive, esse recano tracce di quel malcelato orgoglio che impedisce all'anima di snaturare se stessa, per restituire ogni piega alla luce, in modo che chiunque possa prenderne a piene mani.
Sono rimasta invano ad ascoltare lo scandire dei minuti. Questo viaggio, sta assomigliando sempre di più ad un percorso dentro me stessa, del quale conosco la partenza, ma non dove mi potrà condurre. So che nulla potrà accadere di male, che io stessa non voglia. Troveremo ciò che cerchiamo e forse, anche più di questo. Troveremo quel senso di appartenenza e quella sinergia di intenti che deve essere il fulcro di ogni umana comunione. Come in un viaggio a ritroso nel tempo, scandiremo con i nostri passi ed i nostri pensieri, quel Ritorno a Ciò che E' Stato.
Mi canta dentro una canzone ora. Sorrido, finalmente rasserenata.
Il profumo del caffè, le voci che annunciano che il Convoglio si sta svegliando, pigramente, come un gatto che ancora sonnacchioso si stiracchia, mi danno la calda, placida sensazione di rituffarmi nella quotidianità di Rocca Bruna, la mia casa lasciata ormai da quasi dieci giorni. Ma io. sono la mia casa.
Non ho altro che me stessa e le cose in cui credo. E le porto ovunque io vada.

Appunti di viaggio

..di nuovo in viaggio. Scrivo dopo una notte di sogni strani, dei quali non ricordo altro che vaghe ombre. Gli eventi della sera passata sono scivolati dentro me, lasciandomi come sospesa. Rifletto sulla precarietà e sulla fragile e quasi evanescente linea di confine che separa, dentro e fuori di noi, ogni nostra azione o pensiero. Qui, sul Brujah-Express tutto è stato predisposto perchè il nostro viaggio possa essere confortevole e tranquillo. Ma sono a volte le umane contraddizioni , che ci portano a non saper godere di ciò che ci viene dato. Mi faccio portare la colazione in camera...voglio gustare ancora un po' di questo silenzio ovattato e del dolce dondolio del convoglio in marcia. Fuori di qui, non si sente altro che lo sferragliare sulle rotaie e qualche voce, da lontano, verso la carrozza ristorante, della servitù che viaggia con noi e che sta predisponendo ogni cosa per la prima colazione e per le incombenze della giornata. Sono stanca come se nessuna notte fosse mai venuta a sollevarmi dalle preoccupazioni e dai pensieri. Scuoto la testa, quasi a voler scacciare via ogni ombra, ogni fantasma. Voglio godere di questo viaggio, almeno nella mia fantasia. Fuori pare che la notte, andandosene, si sia portata via ogni traccia degli eventi della sera passata. Ma non è così. Le infilatrici di perle sanno bene come ogni pietra della collana rechi il peso di portarsi dietro le altre, quando l'incauta dama che l'indossa impiglia il filo e lo spezza.

Notte a Ndur

..Sono le tre del mattino, del nostro sesto giorno di viaggio. Qui, nel porto di Ndur, non esiste notte. Voci, suoni, rumore di zoccoli dei cavalli, diligenze che arrivano e ripartono, non danno tregua alle ore del riposo.
Sono seduta a scrivere, ma i miei pensieri tardano a prendere forma. Oggi è stata una giornata dall'apparente tranquillità, ma dentro me nulla era tranquillo. Sento l'avvicinarsi degli eventi, la precarietà nella quale tutti versiamo, e forse ora, anche la paura che gli accadimenti possano travolgere ogni nostra umana volontà di resistervi.
Credo che non dormirò per nulla, stanotte.
L'anello azzurro è diventato cupo. E' presagio di burrasca, come sempre quando i miei pensieri si chiudono a riccio, ed io non riesco a decifrarli, nè ad interrogare me stessa. Lo guardo. Sempre più cupo, il suo colore, mi rimanda ad antichi giorni. E' pesante la sua storia e si intreccia con la mia. Le mie dita lo sfiorano in una carezza...cercano il tepore di altre dita. Lui conosce le storie, la gioia, il dolore di mille anni. Socchiudo gli occhi, altri occhi si tuffano nei miei.
Non c'è pioggia stanotte, ma di nuovo, come ogni volta che smarrisco i passi dentro me, essi tornano, ripetuti a memoria da qualcuno, in una dolce cantilena..."Dormi, Momi, non temere..."

Mattina del 5° Giorno

..raccolgo i miei pensieri, dopo la lunga notte all'accampamento di Fest. La stanchezza me li ha soffocati non appena posato il capo.
Mi sono raggomitolata nel sacco a pelo, all'interno della tenda ed il sonno si è sdraiato, protettivo, vicino a me impedendo che ogni ansia scacciasse la serenità che mi aveva donato la trascorsa serata. Un convivio gioioso, risate, balli ed un banchetto regale, pur nella sua rusticità, ci hanno scaldato facendoci dimenticare che il nostro non è un viaggio di piacere, ma che ben altro ci attende..
Stamani, al risveglio, l'accampamento ancora addormentato mi è parso quasi un altro luogo...i fuochi spenti, il fermento dei preparativi per giungere al Convoglio che ci avrebbe portati al Porto di Ndr...ogni cosa è così diversa oggi, ricalata nella trama dal cui contesto era stata estrapolata.
Perchè la mente ha di questi pietosi momenti di tregua. Sono quei gesti conosolatori che quasi mai ci soffermiamo ad analizzare, e dei quali, se ne prendessimo consapevolezza del senso, capiremmo quanto sappiamo essere grandi, pur nel nostro destino talora beffardo...
.. Il dondolio del Convoglio mi culla...Mi riavvolgo nei pensieri, vado a pescare quell'angolo di me che sempre mi ha dato rifugio in momenti critici. E' sempre lì, pronto ad accogliermi. Guardo i miei Imperatori, la dolce eppur talora severa compostezza dell'Imperatrice, l'autorevole e granitica figura dell'Imperatore..io so scorgere la loro anima nobile, meglio di chiunque altro.
Chiudo gli occhi. Ora voglio solo ascoltare l'ovattato scalpiccìo dei cavalli e fiutare a piene narici questo odore di neve e di me stessa....

Terza Notte

E di nuovo la notte ad avvolgere, con il suo silenzio di velluto scuro, l'inquietudine che serpeggia, sinuosa , attorno a noi. Le domande non espresse, come abiti lasciati attorno con voluta noncuranza , aleggiano sospese in chissà quale limbo. Ma sono come urli silenziosi, che solo chi sa leggere i presagi riconosce anche in ogni minimo segno... un profumo, il verso di un uccello notturno che veste la notte, rompendo la sua ovattata, finta sembianza di sicurezza. Sono fantasmi così poco tangibili da essere reali intorno a noi. La Taverna, con il suo calore di umanità solida, il vino caldo nelle tazze, il chiarore della fiamma del camino che ci illumina il viso. Si ride per nulla, si scherza , ricordando gli eventi della sera precedente. Ma è tutto lì, davanti a noi, questo Destino che si sta compiendo.
Non troverò riparo, stanotte, alla solitudine che mi porta saper leggere gli eventi, come se si fossero già compiuti. Una vaga tristezza mi vela gli occhi. Io sono, sarò, sempre sospesa al di sopra degli accadimenti...come un'acrobata che danza nell'aria, senza la rete, senza riparo, conoscendo già quale esito avrà il suo volo. E' questo il compito di chi non ha Tempo, perchè il Tempo, non ha mai contato nulla per coloro che non possono spenderlo come moneta preziosa. Il mio, ora , ha incarnato se stesso in qualcosa che, pur ignara del perchè, mi sono trovata sul cammino.
Gli Imperatori dormono. Il sonno sa essere così dolce, anche in momenti ardui e pesanti. Una dolcezza rassicurante, come quella che una madre sa riservare alle sue creature. Porta tregua, riparo, distacco. Domani i miei occhi gireranno una pagina nuova, ma che io già conosco. Mi stringo nelle braccia...un vecchio gesto di quando avevo paura. Ora ne ho. Ma so che è inutile. Tutto è già successo, è in fondo al mio sguardo, sospeso e frenato soltanto da attimi scanditi da quella consuetudine che chiamiamo quotidianità. Mi domando , a volte, quale beffa compie alle nostre spalle, il Tempo, se esso stesso non esiste se non come trama già ordita, senza che noi se ne abbia consapevolezza. Mi prendo in giro...novella Penelope, senza possibilità di disfare ciò che è già fatto.

viaggio

..... e in serata arrivammo al favoloso palazzo muschiato. Una meraviglia, un misto di profumi e un atmosfera magica.
La famiglia ci attende insieme alla divinatrice, ci accoglie ci fa dimenticare per un attimo il motivo della nostra visita.
Ci accomodiamo a tavola, gustiamo una cena favolosa accompagnata da un clima scherzoso e surreale.
Dopo che i nostri palati sono stati deliziati ci accomodiamo in un favoloso salone inebriato da una dolce e magica melodia..... si riflette dia' alla giornata di domani .... a cosa ci aspetta.....

Secondo giorno di Viaggio

...il nostro secondo giorno di viaggio si è compiuto. La foresta di Argentya ci ha accolto in un abbraccio. La stanchezza, mitigata dallo stupore di vedere la meraviglia del Palazzo Muschiato, la trepida e magica serenità degli Elfi, a far da corona agli Imperatori e al loro seguito. Tutto è magico qui...tutto sa di incantesimo e di favola. Ma ci attende qualcosa di ineluttabile. Tutto sta per compiersi e tutto di compirà, perchè il Destino ha chiesto, con il suo Segno, che ciò avvenisse. La Famiglia riunita, gli altri Reali che si sono uniti...ogni cosa sembra avvolta da un'allegria che pare far dimenticare, per qualche momento, ciò che è il vero scopo di questo viaggio. Si conversa a tavola, si ride, si balla...Ma domani sarà un altro giorno....un avvicinarsi a Ciò che dovrà Compiersi. La notte scende ad Argentya...mentre il silenzio è cullato dalle dolci voci degli Elfi, vigili sul sonno degli Imperatori e dei loro ospiti. Sorrido, nel sonno. Sono una divinatrice...So, che tutto si compirà come deve compiersi...

Diario di Viaggio

Dal momento del presagio... non mi sento più la stessa. Stavolta cambia tutto, questa volta è importante. Eppure non avverto timore. Solo la gravosità... l'importanza del momento. Un tuffo nelle radici e nel passato. Non senza qualche rischio si... ma non potrei mai sottrarmi al mio destino. Il dondolìo della carrozza, un po' rude un po' dolce...e ovattato... mi ricorda che sono dove desidero essere. E fuori tutto tace...di un silenzio sconfinato e penetrante.

Diario di Viaggio

...avevo lasciato un'emozione, scritta mentre ricordavo i fiocchi di neve che turbinavano intorno a noi. E' ancora qui con me, cerco di trattenerla. Il vetro della carrozza appannato dal mio alito caldo...le mie dita, a disegnarlo, come favevo da bambina, quando dalla finestra guardavo, incantata, la neve scendere. Siamo partiti, portando con noi, la nostra giocosa voglia di rendere vivo questo viaggio...come fosse reale...come fossimo noi, davvero a compierlo...

ADUNATA

Tutta la famiglia è chiamata a palazzo per una questione della massima urgenza. Siamo prossimi a partire.
Imperatore PEGAS93 e Imperatrice ViolaTraicapelli

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